Filiera del riutilizzo

Dalla nuova direttiva europea sui rifiuti una spinta alla gestione del riutilizzo

La Normativa Europea va sempre più verso il riutilizzo

La Direttiva europea sui rifiuti (2008/98 CE) stabilisce misure volte a proteggere l’ambiente e la salute delle persone, a prevenire e ridurre la produzione dei rifiuti e migliorarne la gestione.

Secondo la direttiva tre sono le fasi per una buona  gestione dei rifiuti:

  • Prevenzione
  • Raccolta
  • Trattamento


Cos'è la prevenzione dei rifiuti?

Per "prevenzione"  si intendono tutte le misure prese prima che una sostanza, un materiale o un prodotto  diventi un rifiuto1insieme alle azioni tese a  ridurre l'uso di materie ed energia per produrre beni. Ad esempio, se si promuovono la  comunicazione non cartacea, l’uso collettivo dei servizi, l’uso alimentare dell'acqua di rubinetto  diminuiranno di conseguenza l’uso della carta, il numero degli elettrodomestici e i rifiuti delle loro dismissioni, le bottiglie...


Viene definita “riutilizzo” qualsiasi azione attraverso la quale prodotti o componenti che non sono rifiuti sono reimpiegati per la stessa finalità per la quale erano stati concepiti.

 

 

La svolta:

La Direttiva europea inserisce la “preparazione per il riutilizzo2 al secondo posto nella gerarchia di gestione dei rifiuti, dopo la prevenzione e prima del riciclaggio. Questo significa che: intercettazione, raccolta, bonifica, aggiustaggio, lavaggio, abbellimento, riuso di un bene, sono tutte parti della gestione dei rifiuti, in quanto “preparazione per il riutilizzo".

Si apre, in tal modo, una nuova strada che vede in prevenzione, riuso e recupero di materia le vere priorità.

La Normativa Europea fissa al 12 dicembre 2013 l’adozione da parte degli Stati membri di  programmi di prevenzione dei rifiuti. 3

Tali programmi devono :

  1. fissare gli obiettivi di prevenzione
  2. descrivere le misure di prevenzione esistenti
  3. valutare l’utilità di misure adeguate (allegato IV della direttiva)
  4. stabilire i parametri qualitativi e quantitativi per il monitoraggio dell’efficacia del programma.


Lo scopo di tali obiettivi è dissociare la crescita economica dagli impatti ambientali connessi alla produzione dei rifiuti.

 


L’Italia verso il 2013

L'Italia, al pari degli altri Stati membri, dovrà elaborare un programma nazionale di prevenzione dei rifiuti entro il 12/12/2013.

Nel 2008 e 2009 l'Osservatorio Nazionale sui Rifiuti , in collaborazione con Federambiente e Legambiente,  ha promosso in tutta Italia otto seminari tecnici denominati: Verso il programma nazionale di prevenzione dei rifiuti: partire dalle esperienze localiconclusi con il  Convegno nazionale di Roma del 25 novembre 2009.

Ddurante il convegno di Roma sono state presentate le Linee Guida sulla Prevenzione dei Rifiuti Urbani rivolte alle pubbliche amministrazioni interessate a costruire azioni di prevenzione. Le linee guida, frutto dell'aggiornamento delle Linee Guida sulla Prevenzione dei Rifiuti Urbani pubblicate nel 2006 sempre dall'Osservatorio Nazionale sui Rifiuti e Federambiente, descrivono aspetti normativi, metodologia operativa e strumenti di carattere legislativo, economico e volontario, che consentono di progettare e realizzare azioni di prevenzione, prendendo in considerazione “i rifiuti da non produrre” e “i luoghi della produzione”  . 

Altro esempio di Politica della prevenzione a livello nazionale è costituito dai Piani di prevenzione dei rifiuti da imballaggio messi a punto annualmente da Conai e Consorzi di filiera.

Sempre nell’ambito delle iniziative rivolte alla prevenzione dei rifiuti il 16 Giugno 2010 a Roma è stata presentata la rete nazionale degli operatori dell’usato (rete ONU): la prima organizzazione di settore  degli operatori dell’usato dei Mercati Storici e delle Pulci, della Strada e delle Fiere.

 

Il Piano per la  riduzione dei rifiuti: dal livello provinciale a quello comunale

La Provincia di Genova si è dotata, tra le prime in Italia, di un Piano Provinciale per la Prevenzione e la Riduzione dei Rifiuti e con  la  definizione del Programma Comunale per la Prevenzione dei Rifiuti (PCPR) anche Il Comune di Genova intraprende la  strada per la  riduzione dei rifiuti.

Il Programma Comunale si pone in continuità operativa con il Piano Provinciale allo scopo di avviare azioni possibili e coordinate, creando in tal senso, una pianificazione sistemica dei rifiuti.

 

Il punto di partenza

Il PCPR descrive nuove azioni  su cui  lavorare partendo dalla valorizzazione delle esperienze già in atto. La valorizzazione va intesa come potenziamento e messa a sistema delle esperienze avviate per unire i benefici ambientali rappresentati dalla minor produzione di rifiuti con i benefici sociali rappresentati dallo sviluppo del lavoro sociale, il sostegno a onlus che lavorano sul disagio sociale e la creazione di un mercato dei beni ri-usati a costi più sostenibili.

 

Recupero per il riutilizzo di alcuni beni durevoli 

Nell’ambito delle iniziative e progetti sulla Prevenzione dei Rifiuti messe in atto nel Comune di Genova da soggetti pubblici e privati di particolare interesse sono il recupero per il riutilizzo di beni quali:

- Abbigliamento

- Mobili

- Eccedenze alimentari


Note

1. Direttiva europea sui rifiuti 2008/98 Art. 3 - comma 12^

2. Direttiva europea sui rifiuti 2008/98 Art. 4^

3. Direttiva europea sui rifiuti 2008/98 Art 29 - Capo V - Piani e programmi^


Allegati 

UrbanCenter Comune di Genova