La storia del parco

In questa sezione sono pubblicati i contributi inviati da enti, associazioni, singoli cittadini, riguardanti la storia del parco dell’Acquasola, con possibilità di aggiungere un commento.

Per introdurre questa rubrica pubblichiamo un brano su uno dei momenti più significativi per la storia di questa parte della della città, tratto da un libro di Ennio Poleggi e Paolo Cevini:

Alcune opere del Barabino sono concreta testimonianza del mutato atteggiamento, rispetto alla città, del nuovo potere: e non si tratta tanto delle opere di architettura, pur grandiose e pur capaci di incidere sulla scena urbana – quali il teatro Carlo Felice e l’Accademia -, quanto piuttosto di opere, come la sistemazione dei giardini dell’Acquasola e la già descritta apertura di via Carlo Felice, che rivelano l’eccezionale chiarezza e la ferma determinazione che sostengono la nuova concezione della città. La passeggiata dell’Acquasola, realizzata a partire dal 1821 (e terminata solo nel 1837, a due anni dalla morte del Barabino) costituisce la soluzione di un tema urbanistico che aveva non solo sollecitato la fantasia e l’inventiva dei progettisti (tra cui E. A. Tagliafichi, che nello scorcio del secolo XVIII vi aveva prospettato un “foro” ellittico), ma interessato e coinvolto l’opinione pubblica che per lunga consuetudine, ormai, connetteva a quel sito – subito a ridosso delle mura cinquecentesche presso la porta di Santa Caterina, o dell’Acquasola – valore e significato di area a verde pubblico. Il Barabino, dunque, nel concepire il progetto di una passeggiata (e di una strada per le carrozze) che si svolgeva con continuità dalla porta dell’Arco fino al bastione dei Cappuccini, non solo aderiva a quell’esigenza, ma poneva una fondamentale premessa all’attuazione delle direttrici di sviluppo verso la Pace e San Vincenzo (le aree rispettivamente a sud e a nord dell’attuale via XX Settembre) e verso le colline a tergo della città antica. La nuova struttura, che rispondeva al gusto borghese del passeggio a piedi e in carrozza, se da un lato chiudeva alla città antica, dall’altro apriva nuove prospettive sulla piana del Bisagno e verso la collina, là dove presto sarebbe sorta la nuova città. Era come, in un certo senso, voltar pagina.

Ennio Poleggi e Paolo Cevini, Le città nella storia d’Italia – Genova, Laterza, Roma-Bari, 1981, pp. 165-166.

 

Vi invitiamo ad inviare all’indirizzo urbancenter@comune.genova.it i vostri documenti su questa materia, per poterli pubblicare.
 

Riqualificazione del parco dell’Acquasola

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